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1. |
Origami in SOL-
02:16
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2. |
Paesaggi di insonnia
11:26
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PAESAGGI DI INSONNIA
Nel ruscello scorreva l’amianto
e un vello amaranto
copriva le spalle di un cervo.
Lente le lanterne
tra nenie e litanie di pazzi
galleggiavano sui rostri
e arrossivano abbruttite
dal volgo indisponente.
Acclamate genti
e lamenti
mentre tanti attendevano attenti.
Con le mani secche
i menti appuntiti,
tanto abbruttiti da stonare.
Non voleva tornare.
Ma il bagliore del cristallo,
e il sole giallo,
in un lampo
dalle tende annerite,
come un vento,
ammiccarono a foglie d’argento.
Sgomento lasci il sogno,
e contento
ti accoccoli a fuoco lento.
Anche se ti sei spento
non basta mai un giaciglio
per chi sta sempre sveglio.
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3. |
Un lieto inquietarsi
10:47
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UN LIETO INQUIETARSI
Un lieto inquietarsi, un rumore sassoso di passi,
dietro intricate e inusuali prassi,
meste frontiere tra ossessioni e vizi,
mezzi grattacieli, mezzi pensieri peggiori.
Ridenti contrade e paesaggi di fiori,
figure di carta incollate ai colori neutri,
di amori ruvidi,
avverarsi di brividi,
incubi isterici e nudismo di piazza.
Ode alla zappa, monumenti all’ignoranza,
a chi basta una stanza per pregare una chiesa, un altare.
Un lieto inquietarsi, nel tepore chimico del desiderio,
per lagnarsi si trova sempre qualcosa di serio.
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4. |
Il sarto
06:00
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IL SARTO
Con lembi di nubi
fasciava il suo petto
e strappando dal cielo un pezzetto,
di tiepido azzurro lucente,
copriva con niente
le spalle perfette.
Con tinte cavate dalle acque più fonde,
con stoffe di onde,
cuciva il suo scialle,
e due spille,
dal sole al tramonto forgiate,
appuntava a un corpetto,
tessuto rubando alle fate,
il brillio dell'argento.
Non contento
spalmava poi in basso,
con abili mosse ondulate,
una gonna di luci di stelle,
e con un sogno ribelle
ne orlava splendente la fine,
intrecciata con crine,
d'un cavallo bianco.
Creava poi un calzare,
di pelle di luce di fiamma,
e come gomma,
più dura per suola di scarpe,
usava la parte da pestare:
il suo volerla lasciare,
pressando in un torchio ogni rimorso
il suo essere orso,
e un po' perso.
Amava vestirla di luce
ma non era capace,
cercava la pace,
perciò stanotte tutto tace,
a domani il vestito di note,
a incipriarle le gote
penserà qualcun altro.
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5. |
Zaini di elio
12:37
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ZAINI DI ELIO
Senza zavorra
riempire zaini di elio
e volare
oltre colline d’aria.
Scansar con un soffio
fumo d’alberi in fiamme
e passar sulla cresta gelata dei sogni.
Gonfiarsi di odori e colori
affondando le dita
ne bordo dei cieli.
Sfiorare col petto
il fiume dei sensi
sul pelo dei ricordi intensi
planare e salire
ben oltre i rimorsi.
Scintillare di sogni
in onda tra nuvole specchiate negli occhi
mari di gioie e soli d’alba
su una morbida strada d’erba
gambe forti per scendere a terra
e un cuore leggero
per spiccare ancora il volo.
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6. |
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SADAKO E LE MILLE GRU DI CARTA
Sadako che guarda
volando leggera
appesa alle mille gru di carta,
storie di guerra
natura nefasta
migliaia di anni
da prima di Sparta.
Scrivevano in tanti messaggi di pace,
ogni uno a suo modo, esprimendo il dolore,
col cuore imbevuto d’un succo di pece,
guardando impotenti la bimba che muore.
Sadako che dorme vicino a una bomba,
un simbolo bianco di fogli leggeri,
trasforma anche il tempo che porta alla tomba,
ma porta alla luce pensieri sinceri.
E’ un po’ più vicino l’oriente che guarda,
si interroga incredula piange e non parla,
fluttua infuriata cambiando colore,
dal bianco all’arancio fondendosi al sole.
Non solo la morte ha lo stesso rumore,
le guerre, la fame, la brama, il potere,
Sadako oggi ascolta scioccata dal cielo,
degli uomini d’oggi il brutale pensiero.
Quando è morto l’altruismo?
Quanto regnano prosperi
odio,
disgusto,
egoismo?
Stridendo si bagnano e cadono,
mille gru di carta,
una bambina leggera, ha trovato la tomba,
dormiva serena abbracciata a una bomba.
La nuova guerra è più nefasta,
nascosta dall’ombra di uno schermo piatto,
ammutolita dal brusio di un processore,
dietro al becero minimizzare,
abbaiar per screditare.
E’ una guerra lontana,
qui arriva solo qualche scintilla,
quante Sadako ancor oggi,
guardan negli occhi una bomba che brilla.
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LogoS Italy
Logos was born in 1996 as an italian progressive rock band, playing mainly Le Orme and
Banco.
The band recorded in 1999 "LogoS",in the 2001 "Asrava", in 2014 "L'enigma della vita", a Logos' milestone.
Logos played several times and concerts in Italy and Europe.
Out in 2020 "Sadako e le mille gru di carta" tells the story of a little child that survived to Hiroshima bomb disaster.
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